Disegno dello studio: studio non-interventistico, multicentrico, prospettico, osservazionale sull’associazione tucatinib, trastuzumab e capecitabina somministrati secondo la pratica clinica standard locale seguendo indicazione e dosaggio come da RCP (riassunto delle caratteristiche del prodotto approvato).
Obiettivo: valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento in pazienti con cancro alla mammella metastatico nel setting di real-life trattati con tucatinib in combinazione con trastuzumab e capecitabina secondo la pratica clinica standard locale in linea con indicazione e dosaggio dell’RCP.
Razionale: lo scopo principale del presente studio è valutare l’efficacia nel real world della terapia combinata “tucatinib/trastuzumab/capecitabina” in pazienti con cancro alla mammella metastatico secondo indicazione e dosaggio dettagliati da RCP nel real-world setting. I pazienti con cancro alla mammella metastatico positivo per il recettore di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2), che abbiano una progressione della malattia dopo terapia con agenti con bersaglio HER2, hanno opzioni di trattamento limitate. HER2 è un recettore transmembrana tirosin-chinasico che media crescita, differenziazione e sopravvivenza cellulare. HER2 è iperespresso in circa il 20% di cancro alla mammella. È stato dimostrato che sia anticorpi sia farmaci a basso peso molecolare, che abbiano come target HER2 e ne blocchino l’attività tirosin-chinasica, sono efficaci nel trattare la malattia HER2-positiva. Il tucatinib è un inibitore tirosin-chinasico orale e altamente selettivo per HER2. Il 17 Aprile 2020, la Food and Drug Administration ha approvato il tucatinib in associazione con trastuzumab e capecitabina per pazienti adulti con cancro alla mammella non resecabile avanzato o metastatico HER2-positivo, inclusi pazienti con metastasi cerebrali, che abbiano ricevuto precedentemente uno o più trattamenti anti-HER2 in presenza di metastasi. Il 10 Dicembre 2020, la Commissione per Prodotti Medicinali ad Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha emesso parere positivo, raccomandando la concessione dell’autorizzazione al commercio per Tukysa (tucatinib) in associazione con trastuzumab e capecitabina per il trattamento di pazienti adulti con cancro alla mammella HER2-positivo localmente avanzato o metastatico che abbiano ricevuto almeno due trattamenti anti-HER2 in precedenza. Il tucatinib ha ricevuto un’autorizzazione al commercio valida in tutta l’UE nel Febbraio 2021. Sulla base dei dati riportati da altri studi clinici, e considerando il beneficio clinico della terapia come estensione della sopravvivenza (PFS/OS), uno studio prospettico sull’ efficacia e il profilo di sicurezza del tucatinib nella popolazione complessiva è considerato notevolmente utile ed informativo per seguire l’evoluzione del cancro metastatico HER2-positivo impiegando questo promettente trattamento.
Disegno dello studio: studio prospettico, multicentrico, osservazionale a singolo braccio in pazienti con carcinoma mammario HER-2 positivo che abbiano completato la chemioterapia concomitante con pertuzumab e trastuzumab somministrati per via endovenosa e che stiano attualmente ricevendo o che siano in procinto di ricevere una terapia di mantenimento con PH FDC SC e abbiano almeno 6 cicli di terapia previsti con PH FDC SC per concludere il trattamento oncologico prestabilito. Il trattamento dei pazienti non sarà determinato o assegnato mediante procedure di studio, ma sarà basato sulla normale pratica clinica. Pertanto, la scelta terapeutica deve essere stata intrapresa antecedentemente e indipendentemente dall’inclusione del paziente nello studio.
Obiettivi: valutare la sicurezza dell’associazione a dose fissa (FDC) di pertuzumab e trastuzumab (PH) sottocute (SC) in pazienti con carcinoma mammario HER-2 positivo che abbiano completato la chemioterapia concomitante a pertuzumab e trastuzumab somministrati per via endovenosa (IV) e che stiano attualmente ricevendo o che siano in procinto di ricevere una terapia di mantenimento con PH FDC SC. Gli obiettivi secondari esploratori dello studio sono: valutare il risparmio del costo sociale del paziente attraverso un questionario specifico e la qualità della vita correlata alla salute del paziente (HRQOL).
Razionale: Una volta infusi per via endovenosa, pertuzumab e trastuzumab vengono somministrati in sequenza, rispettivamente, nell’arco di 60-90 minuti per la dose di carico e di oltre 30 minuti per la dose di mantenimento. Dopo l’infusione, c’è un tempo di osservazione di circa 30-60 minuti per pertuzumab e 2-6 ore per trastuzumab. L’uso di anticorpi monoclonali per via endovenosa con il tempo di osservazione richiesto dopo l’infusione ha messo a dura prova i centri medici per quanto riguarda il tempo e le risorse necessarie per preparare e somministrare l’infusione. Inoltre, la procedura richiesta per stabilire l’accesso endovenoso in un paziente è considerata invasiva e viene solitamente somministrata per lunghi periodi di tempo. L’esigenza di infusioni sequenziali per lungo tempo, con conseguenti lunghi tempi di osservazione, incannulamento, lavaggio della linea e tempi di attesa, è particolarmente onerosa per i pazienti (soprattutto quelli che lavorano durante il trattamento e con vene collassate) e per i sistemi sanitari. I trattamenti invasivi ripetuti per via endovenosa possono essere scomodi e dolorosi per i pazienti e gravare sul tempo e sulle risorse dei centri medici. Per affrontare i limiti noti della somministrazione endovenosa, è stata sviluppata la combinazione a dose fissa (FDC) di pertuzumab e trastuzumab per la somministrazione sottocutanea (SC). I dati degli studi clinici mostrano che, rispetto alla somministrazione endovenosa, la somministrazione SC di pertuzumab e trastuzumab FDC è preferita dalle pazienti con carcinoma mammario, riduce il tempo di infusione alla poltrona, fa risparmiare tempo agli operatori sanitari (HCP), accorcia i tempi di preparazione e somministrazione del farmaco (sono necessari 2-5 minuti) e abbatte i costi diretti e indiretti, nonché le risorse ospedaliere. In numerosi studi è emersa la non inferiorità rispetto alle formulazioni IV dei 2 farmaci per quanto riguarda la farmacocinetica, l’efficacia clinica e la sicurezza, con tassi di risposta patologica completa totali comparabili. Pertuzumab più trastuzumab FDC SC è stato generalmente ben tollerato, senza nuovi segnali di sicurezza (anche al momento del passaggio), dimostrando così che offre un’alternativa più rapida all’infusione endovenosa. Sulla base di questo background, abbiamo ritenuto interessante progettare uno studio multicentrico prospettico osservazionale a braccio singolo in pazienti con carcinoma mammario HER-2 positivo che hanno completato la chemioterapia concomitante con pertuzumab e trastuzumab somministrati per via endovenosa, per valutare la sicurezza del PH FDC SC a seguito del passaggio dalla somministrazione endovenosa, secondo la pratica clinica comune in Italia.
Disegno dello studio: studio neoadiuvante di fase II, multicentrico, a singolo braccio su donne in post-menopausa con cancro al seno allo stadio iniziale ER-positivo ed HER2-negativo precedentemente non trattato. Le pazienti arruolate riceveranno 6 cicli di trattamento in assenza di progressione della malattia o tossicità inaccettabile per un totale di 24 settimane (2 settimane di fase di opportunità e 22 settimane di fase neoadiuvante) prima dell’intervento chirurgico.
Obiettivo: valutare l’efficacia e la sicurezza di abemaciclib e giredestrant prima dell’intervento chirurgico in pazienti con carcinoma mammario allo stadio iniziale, positivo per il recettore estrogenico (ER) e negativo per il recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2). Altri importanti obiettivi sono: valutare l’efficacia di abemaciclib e giredestrant nella riduzione dell’espressione di Ki67 dal baseline alla Settimana 2 e nella riduzione del tasso di rischio di ricorrenza (ROR), nella risposta tumorale clinica e radiologica.
Razionale: Tra i SERD orali, il giredestrant (noto anche come GDC-9545) è un potente agente di nuova generazione e un antagonista completo dell’ER. I risultati preliminari presentati all’American Society of Clinical Oncology (ASCO) (Jhaveri et al., 2021) e alla European Society for Medical Oncology nel 2021 (Hurvitz et al., 2021) hanno mostrato promettenti attività cliniche e tassi di beneficio clinico sia in ambito metastatico che neoadiuvante. In uno studio clinico, nel BC avanzato o metastatico, giredestrant ha mostrato attività antitumorale in tutte le coorti di dose e sottogruppi di pazienti, indipendentemente dallo stato di mutazione del recettore degli estrogeni 1 (ESR1) o dal precedente trattamento con inibitori CDK4/6, fulvestrant o chemioterapia. Inoltre, giredestrant in monoterapia è stato ben tollerato a tutte le dosi, senza tossicità dose-limitante e gli eventi avversi sono stati generalmente di basso grado e in linea con il profilo di sicurezza atteso per le terapie endocrine. Da un ulteriore studio è emerso che il giredestrant sta avendo un impatto biologico maggiore in termini di riduzione di Ki67 rispetto all’anastrozolo a 2 settimane.
Abemaciclib è un inibitore orale, a dosaggio continuo, di CDK4/6 approvato in combinazione con terapia endocrina per il trattamento di HR+ e HER2- BC avanzato sulla base di miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione (PFS) e nella sopravvivenza globale (OS) in combinazione con fulvestrant e nella PFS in combinazione con gli inibitori delle aromatasi. In uno studio di fase II in una popolazione a prognosi infausta, pesantemente pretrattata con BC metastatico refrattario HR+ e HER2–, la somministrazione continua di abemaciclib in monoterapia è stata ben tollerata e ha mostrato un’attività clinica promettente. In uno studio comparativo, abemaciclib alla dose di 150 mg due volte al giorno più fulvestrant è risultato efficace, migliorando significativamente la PFS e il tasso di risposta globale ORR rispetto al solo fulvestrant e ha dimostrato un profilo di sicurezza tollerabile nelle donne con BC avanzato HR+ e HER2- che sono progredite durante il trattamento con terapia endocrina. Quando somministrato come trattamento adiuvante in combinazione con terapia endocrina, abemaciclib ha dimostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) in pazienti con BC precoce HR+ e HER2- linfonodale positivo ad alto rischio di recidiva precoce. Abemaciclib, inoltre, da solo o in combinazione con anastrozolo, ha ottenuto una significativa diminuzione dell’espressione di Ki67 e ha portato a un potente arresto del ciclo cellulare dopo 2 settimane di trattamento rispetto al solo anastrozolo.Negli ultimi anni, gli studi sulle combinazioni di farmaci sono diventati un prezioso strumento di ricerca per esplorare nuove strategie di combinazione, studiare marcatori farmacodinamici che consentono l’identificazione di biomarcatori predittivi per la selezione dei pazienti ed esplorare i meccanismi di risposta endocrina e resistenza a nuove opzioni terapeutiche. Inoltre, questo tipo di sperimentazione accelera lo sviluppo del farmaco. Sulla base dei promettenti risultati di fase I, giredestrant 30 mg è attualmente in fase di ulteriore valutazione in studi randomizzati di fase II e III come agente singolo e in combinazione con inibitori CDK4/6 in pazienti con BC ER+.
Al momento, non è disponibile alcun trattamento di fase 2. Sulla base di queste premesse, abbiamo ritenuto interessante progettare uno studio di trattamento pre-chirurgico di fase II che valuti la sicurezza e l’efficacia di abemaciclib in combinazione con il farmaco endocrino di ultima generazione giredestrant nel carcinoma mammario precoce ER+. In questo studio sono stati inclusi pazienti con ER ≥ 10% perché i dati a disposizione dimostrano che i tumori al seno ER-low positivi (1%-10%) sono molto più simili al carcinoma mammario ER-negativo in termini di essenza molecolare, caratteristiche clinico-patologiche, risposta terapeutica e prognosi. Lo studio servirà anche a comprendere meglio il potenziale clinico della combinazione abemaciclib-giredestrant per contribuire a consolidare questa associazione nel setting neo-adiuvante/adiuvante di ER+ e HER2-BC.
Disegno dello studio: studio osservazionale, di coorte, retrospettivo volto a valutare l’efficacia del
trattamento con Trastuzumab-Deruxtecan (T-DXd) in una coorte real-life di pazienti con carcinoma
mammario metastatico (MBC) positivo al Recettore 2 per il Fattore di Crescita Epidermico Umano (HER2)
nelle prime linee (prima o seconda linea), che abbiano iniziato il trattamento con Trastuzumab-Deruxtecan nel periodo incluso dall’ 01/02/2022 fino al 30/06/2023 (da EAP e CNN).
Obiettivo: valutare l’efficacia del trattamento con Trastuzumab-Deruxtecan (T-DXd) in una coorte real-life
di pazienti con carcinoma mammario metastatico. Gli obbiettivi di sicurezza, inoltre, valutano in un setting
di real-world, il profilo di SAE e AESI a seguito del trattamento con Trastuzumab-Deruxtecan in pazienti con carcinoma alla mammella metastatico HER2-positivo, includendo la malattia polmonare interstiziale; infine, come obbiettivo esploratore di studio, vi è la descrizione delle caratteristiche cliniche e di trattamento dei pazienti, soprattutto nei sottogruppi clinicamente rilevanti.
Razionale: grazie al suo meccanismo d’azione biologico, ci si aspetta un’attività clinica significativa da parte del farmaco Trastuzumab-Deruxtecan (T-DXd) indipendentemente dalla sequenza delle precedenti terapie anti-HER2. Considerata la rilevante efficacia dimostrata da T-DXd in studi internazionali nel trattamento di pazienti con carcinoma alla mammella metastatico HER2-positivo, sarebbe molto importante, dal punto di vista divulgativo, disporre di dati riguardanti l’uso di questo farmaco anche in un’ampia popolazione di pazienti trattati nelle prime linee in un setting di real-world. Per rispondere all’esigenza ancora insoddisfatta di disporre di dati di pratica clinica nel real-world, l’obiettivo principale di questo studio è appunto quello di valutare l’efficacia di T-DXd come 1 a – 2 a linea in pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2+ trattati nell’ambito dei programmi EAP e CNN in un contesto reale presso i maggiori centri oncologici in Italia.
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